GUERRA DI POSIZIONE/GUERRA DI MOVIMENTO

La Prima Guerra Mondiale è stata combattuta soprattutto nelle trincee: una lunga guerra di posizione resa possibile da un’accurata guerra di movimento.
Infrastrutture e mezzi mai sfruttati così intensamente, si pensi al ruolo della ferrovia, hanno permesso continui spostamenti, piccoli e grandi, quotidiani e epocali, che hanno cambiato anche la percezione della geografia europea.
La Grande Guerra è stata la prima guerra moderna sotto molti aspetti, anche per il mezzo moderno che l’ha visivamente raccontata: è infatti proprio durante questo conflitto che la fotografia soppianta la pittura nella rappresentazione della guerra e diventa un vero e proprio strumento di guerra, massicciamente utilizzato dalla propaganda di ogni Paese coinvolto.
Non a caso i Musei del Risorgimento sono sostanzialmente delle gallerie di dipinti, mentre i Musei della Grande Guerra si organizzano intorno alla forte presenza di oggetti e di fotografie: queste sono indubbiamente delle fonti importanti per ripercorrere la Storia.
Ma esiste anche un patrimonio diffuso di dipinti sulla Grande Guerra, opere di illustri pittori che sono state accolte nei Musei, come pure opere di dilettanti destinate alla committenza privata.
La piccola selezione di dipinti presenti in mostra non vuole valorizzare esperienze artistiche, ma esemplificare la ricchezza delle tipologie di queste tracce pittoriche che ancora il nostro territorio conserva.

Le sezioni della mostra
La mostra si organizza in sei sezioni:
“La guerra di trincea, un continuo movimento “ illustra i molti motivi per cui grandi masse di uomini furono costrette a muoversi, i soldati diretti al fronte a piedi o in treno, i soldati in ritirata, i profughi, le truppe che liberano il Veneto occupato…
“L’artiglieria, una questione di movimento” precisa quanto sia costato a livello logistico portare i grossi calibri laddove la tattica ne richiedeva la presenza, quanto importante ed ingombrante sia stato fornire l’adeguato munizionamento. Si accenna a quanto la fiducia nelle armi sia da mettere in relazione con una retorica della guerra moderna e quanto essa pervadesse l’animo del soldato. Da tutto ciò emerge con forza l’importanza dell’infrastruttura ferroviaria.
“La ferrovia, la strada per la guerra”. Il treno e le infrastrutture ad esso connesse, binari, stazioni, ponti…, avevano già segnato la modernità del nuovo secolo anche nel Nordest d’Italia, ma solo con lo stabilirsi del fronte, l’efficienza di questa rete, che verrà in vari modi integrata ed ampliata con linee a scartamento ridotto, teleferiche, …, dimostrerà tutta la sua necessaria presenza come vero e proprio strumento di guerra.
“Da Vienna al Piave, con ogni mezzo” Dopo Caporetto la conformazione del nuovo fronte richiede la realizzazione di un nuovo sistema integrato di trasporti. Servono nuovi tracciati per treni ordinari e decauville, una rete di teleferiche, per ridisegnare il territorio.
“Terra, acqua, aria. I luoghi della guerra” amplia la nostra visuale su tutti gli altri strumenti che vengono convertiti o implementati a scopo bellico per questa guerra di movimento che serve a rendere efficace la guerra di posizione. Aerei, automobili, ambulanze, ponti di barche, drakken sono utilizzati per questo “sistema Paese” del tutto nuovo.
“Vittorio Veneto, il centro del vortice” dimostra quanto detto nelle sezioni precedenti prendendo come punto focale l’organizzazione messa a punto dal nemico per rifunzionalizzare ai propri scopi il territorio di Vittorio Veneto, quando la guerra nei nostri paesi è statica anche se non è più guerra di trincea, ma crea grandi movimenti verso la madrepatria austriaca.

Queste sezioni, composte complessivamente di circa 90 immagini fotografiche di grande formato, vengono anticipate da una sezione introduttiva. Alcune riproduzioni di dipinti aventi come soggetto la guerra, dall’antichità al Risorgimento, con l’intento di far presente al visitatore che la guerra è sempre stata oggetto di narrazione artistica, affiancati da alcuni oggetti d’uso quotidiano del soldato, esposti come opere d’arte, cioè come oggetti “aventi valori di civiltà”.
Una seconda parte espone alcuni dipinti della Grande Guerra nati per la fruizione e la memoria familiare: mostrano un altro modo di raccontare la Grande Guerra, raffinato e intriso di intimità.

La fotografia e la guerra: un tema nel tema
Il primo conflitto massicciamente fotografato sarà la Grande Guerra.
Voi scattate e noi pensiamo al resto è lo slogan della Kodak che testimonia lo sviluppo tecnologico di questo mezzo e non pochi sono i soldati che arrivano al fronte con un apparecchio fotografico nello zaino.
Nascono così gli album colmi di fotografie di commilitoni sorridenti, paesaggi e cannoni: immagini da cui traspare un desiderio di normalità in un contesto tragico come quello della vita in trincea.
Ma sono gli eserciti ad impiegare in modo davvero massiccio la fotografia. Con tempi e modi diversi, ogni Nazione organizza dei reparti foto-cinematografici da mandare al fronte.
Oltre alle fotografie delle linee nemiche, i soldati-fotografi hanno l’incarico di riprendere i movimenti di truppe, i trasporti in alta montagna, le trincee, i paesaggi, la costruzione di ponti, i danni ai monumenti…
Poche saranno le fotografie che documentano morti e feriti: le autorità militari vietano subito la ripresa di questi soggetti avendo intuito le pericolose ricadute antimilitaristiche che simili immagini possono avere sull’opinione pubblica.
La fotografia è diventata un imprescindibile strumento di propaganda.

La prima esposizione è stata fatta a Vittorio Veneto, Centrale Enel di Nove, 27 novembre – 8 dicembre 2016.

Da sabato 6 ottobre a domenica 21 ottobre 2018 la mostra è visitabile al Fondaco delle Biade di Feltre. Orari: da lunedì a venerdì dalle 16:00 alle 18:00, sabato e domenica dalle 10:00 alle 12:30 e dalle 16:00 alle 19:00.

Giovedì 25 ottobre 2018 alle ore 17.00 la mostra sarà inaugurata a Palazzo Crepadona a Belluno e sarà visitabile fino a domenica 11 novembre 2018.